VIRGILIO GUIDI
Roma 1891 Venezia 1984;
pittore. La pittura di Guidi si forma originariamente
sotto la guida di G.A. Sartorio all'Accademia di Belle Arti di Roma e subisce poi un certo
influsso di Spadini, per maturare infine in piena
autonomia a partire dalle riflessioni sull'opera di Piero della Francesca e di Giotto.
Lartista inizia a esporre nel 1915 invitato alla Mostra della Secessione romana; da
allora, si susseguono le partecipazioni alle più importanti manifestazioni artistiche -
Biennali di Roma e Venezia, Quadriennali di Roma, Sindacali del Lazio ecc.; in breve Guidi
si afferma come un indiscusso protagonista della vita artistica italiana.. Madre che si
leva (1921), esposto alla Biennale di Venezia del '22, nel solenne richiamo a Piero della
Francesca - da poco esaltato da Roberto Longhi -
costituisce già un sicuro punto di riferimento per il purismo in via di elaborazione di Donghi e Trombadori. La volontà di
spiazzare l'immagine in senso metafisico appare evidente in opere come Il dirigibile
(1922), ma soprattutto In tram (1923, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna),
quest'ultimo acquistato nel 1924 alla Biennale di Venezia, capolavoro
"metafisico" degli anni Venti e punto di riferimento per il purismo prima e poi
per le nuove generazioni romane (da Di Cocco a Mazzacurati ai
tonalisti). Alla fine degli anni Venti, chiamato a succedere a Ettore Tito alla cattedra
di pittura all'Accademia di Venezia, abbandona Roma .Particolarmente significative la
partecipazione alla mostra "Dieci artisti del Novecento italiano", allestita da
Margherita Sarfatti all'esposizione degli Amatori
e Cultori del 1927( espone Il pittore allaria aperta) e la sala personale alla II
Quadriennale romana del '35.In questultima occasione formula in uno scritto alcune
importanti considerazioni sulla pittura. Luce, forma e colore sono - e resteranno - un
trinomio inscindibile, i soli strumenti idonei a esprimere un'idea della pittura che è
sostanzialmente necessità di una nitida misura mentale. Anche quando, a partire dagli
anni Cinquanta, il riferimento alla figurazione si farà sempre meno esplicito, la
continuità con la produzione precedente verrà mantenuta nella tensione metafisica dello
spazio-luce, ulteriormente sublimata dalla fondamentale esperienza veneziana (Figure nello
spazio, Lagune).
Bibliografia: F. Benzi, V. Sgarbi, T. Toniato, VG., cat. mostra, Ferrara
1987; Cat. Realismo magico , cura di M. Fagiolo, contributi di V. Rivosecchi, A. Trombadori, F.R. Morelli, Verona- Milano
1988-89; Cat. Piero della Francesca e il novecento, a cura di M.M. Lamberti, M.
Fagiolo; Sansepolcro 1991; Cat. Biennale di Venezia. I percorsi del gusto, a cura di F.
Scotton, Venezia 1995. |