ARTURO MARTINI
Treviso 1889 - Milano 1947;
scultore

A Monaco di Baviera frequenta la scuola di Adolf Hildebrand. Soggiorna a Parigi con Gino Rossi Giunge a Roma nel 1913 ed espone, l'anno successivo, alla II Mostra della Secessione. Frequenta lo scultore jugoslavo Ivan Mestrovich e la Galleria Sprovieri, dove è in contatto con Boccioni e il gruppo futurista. A Milano allestisce la sua prima personale (Galleria "Gli Ipogei", 1920, presentazione di Carlo Carrà) . Tramite Carrà conosce Mario Broglio, che lo invita a collaborare a "Valori Plastici". Espone alla mostra berlinese di "Valori Plastici" nel 1921, unico scultore a rappresentare le ricerche della giovane arte italiana..
Verso la fine dello stesso anno è di nuovo a Roma. Lavora per breve tempo in uno studio a Villa Strohl-fern, ma, costretto da un drammatico stato di necessità, fa ritorno a Vado Ligure, dove vivono la moglie e la figlia. Ritorna più volte a Roma nel 1922-23; nel gruppo di "Valori Plastici" espone alla Fiorentina primaverile (1922), presentato da Savinio, e la rivista di Broglio pubblica un gruppo di sue opere. Dal 1924 al '29, a Roma, si colloca il curioso episodio del suo incontro con lo scultore americano Maurice Sterne. Costui gli permette di lavorare nel suo studio, ma Martini deve, per contratto, realizzare a nome di Sterne un gruppo di sculture destinate a una città del Massachusetts (che riscuotono, fra l'altro, un grande successo). Momentaneamente sollevato dalle solite difficoltà economiche, riesce frattanto a esporre alla I Mostra milanese del Novecento italiano (1926) e, nello stesso anno, alla XV Biennale di Venezia, dove espone di nuovo nel 1928. Ha una sala personale alla III Biennale romana (1925), e alla I Quadriennale (1931) gli viene conferito il primo premio per la scultura. Tra le opere realizzate a Roma ricordiamo la statua della Minerva per la Città Universitaria. La sua forte personalità influenza decisamente molti artisti attivi a Roma, da Quirino Ruggeri a Mirko a Fazzini, affascinati dalla grande inventiva e dagli arditi viaggi nel passato. Il suo scritto" La scultura lingua morta" (1947) rimane tra le più illuminate pagine sul destino di questo antico mestiere.

Bibliografia: Arturo Martini, Le lettere 1909-1947 a cura di N. Mazzolà, prefazione di Giovanni Comisso, Firenze 1967; F. Bellonzi, Arturo Martini, Roma 1975; M. De Micheli, Arturo Martini.- La scultura lingua morta e altri scritti, Milano 1982; M. Quesada, scheda in cat. Gli artisti di Villa Strohl- Fern, Roma 1983; Realismo magico,catalogo della mostra a cura di M. Fagiolo, contributi di V. Rivosecchi, A. Trombadori, F.R. Morelli Verona- Milano 1988-89, Cat. Arte italiana. Presenze 1900-1945, a cura di. P.Hulten, G. Celant, Venezia 1989; Venezia e la Biennale, i percosi del gusto, catalogo della mostra a cura di F. Scotton, Venezia 1995.

 


 


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