MIRKO BASALDELLA (Mirco)
Udine 1910 - Cambridge (USA) 1969;
scultore e pittoreCompie i suoi studi a Venezia ,
all'Accademia di belle arti di Firenze e alla scuola di arti applicate di Monza, sotto la
guida di Arturo Martini, con il quale collabora dopo il 1930 a
Monza e poi nello studio di Milano (1932-34). Espone per la prima volta a Udine nel 1928,
insieme con i due fratelli Afro e Dino, e con il pittore
Alessandro Filipponi, nella I Mostra della scuola friulana d'avanguardia. Nel 1934 si
trasferisce a Roma: qui il giovane si avvicina (insieme con il fratello Afro) a Corrado Cagli e al gruppo di
artisti e letterati che danno vita dal 1935 in poi alla galleria della Cometa.. Le prime
opere esposte alla Galleria Sabatello di Roma nel 1934
(Mostra del Gruppo friulano d'avanguardia) sono sculture in bronzo che uniscono una
tecnica gią matura, una ricca vena fantastica (in parte ereditata da Arturo Martini) alle nuove idee discusse nell'ambiente romano, in cui il
« mito » diviene trascrizione velata di un presente vissuto . Dopo la partecipazione
alla II Quadriennale di Roma ( 1935) , tiene la prima esposizione personale nel 1936 alla Galleria della Cometa. Nello stesso anno partecipa alla
Biennale di Venezia con un gruppo di artisti attivi a Roma (C. Cagli,
G. Capogrossi, A. Ziveri, G. Janni, R. Guttuso), e tiene una nuova
personale alla galleria della Zecca di Torino, insieme con Afro.
. Nel 1937 si reca a Parigi per visitare l'Esposizione Universale. Nel 1938 ha una
personale di disegni, alla Cometa Art Gallery di New York. Lo stesso anno sposa Serena
Cagli, sorella di Corrado. Nel I939 espone alla III Quadriennale,
dove si impone all'attenzione della critica con il David ( 1937, bronzo: Roma, Galleria
Nazionale d'Arte Moderna), una scultura in cui l'espressionismo della prima produzione
sembra cedere il passo a una maggiore finitezza ed eleganza formale . Nelle opere eseguite
tra il dicembre 1939 (Galleria di Roma) e il 1945
(Roma, galleria dello Zodiaco, con C. Cagli) appaiono nuove
suggestioni : richiami quattrocenteschi da Donatello al Pollaiolo (nei bassorilievi
realizzati con la tecnica dello "stiacciato"), echi di sculture ellenistiche e
michelangiolesche (nel Prigione, 1941-42, bronzo, conservato a Roma in collezione
privata), perfino di elementi esotici (richiami alle sculture a mosaico azteche).
Nel 1946-47 si collocano le prime esperienze sul linguaggio postcubista e sulla proposta
di una pittura «neometafisica» . In questa prospettiva realizza pitture e sculture
policrome e polimateriche in cui il mito ricompare non pił sotto forme naturalistiche, ma
come "fantasma mitico favoloso". La metamorfosi, l'intreccio la circolazione
dello spazio nelle strutture plastiche appaiono evidenti in numerose sculture, esposte tra
il 1948 e il 1952 in mostre personali a New York, Roma, Milano e in varie opere
monumentali. Tra queste ricordiamo il Cancello del mausoleo delle Fosse Ardeatine (bronzo,
1949-51), gli interventi nel palazzo della FAO a Roma (decorazione del soffitto nel salone
delle assemblee generali, balaustre e vetrate, 1952) e la croce in ferro del Monumento ai
caduti per la libertą (Mauthausen, 1954).
Bibliografia: E. Crispolti, I Basaldella, Milano 1984; AA.VV., Roma
sotto le stelle del '44, catalogo della mostra. Sezione arti figurative a cura di M.
Fagiolo, V. Rivosecchi con la collaborazione di I. Montesi, Roma 1995 |