ADRIANA PINCHERLE
Roma, 1909 - Firenze, 1996;
pittriceNasce in una famiglia dellalta borghesia
romana. Il padre, un ebreo di origini venete, è ingegnere, la madre cattolica, è di
origini nobili. Durante la fanciullezza Adriana è legata soprattutto al fratello Alberto
(che diventerà famoso con lo pseudonimo di Alberto Moravia).
Dopo gli studi classici si iscrive alla scuola libera del nudo. Esordisce nel febbraio del
1931 alla "Prima mostra romana darte femminile" alla Galleria di Roma. Nel marzo del 1932 espone alla
Sindacale laziale e nell'aprile insieme a Cagli tiene la prima
importante personale presso la Galleria di Roma. In
quest'occasione viene notata da Roberto Longhi (le
sue pitture sono "come plastiline intrise di colori violenti").
Nel 1933 compie, il suo primo viaggio a Parigi in compagnia del cugino Carlo Rosselli (uno
dei leader del movimento antifascista "Giustizia e libertà"). A Parigi studia
gli impressionisti e Matisse, decisivi per la sua evoluzione pittorica. Lo stesso anno
tiene una importante personale alla Sala d'Arte della Nazione di Firenze.
Nel 1934 - 35 espone due opere alla II Quadriennale e partecipa alla Exhibition of
Contemporary Italian Art, itinerante negli USA.
Nel 1936 espone alla Galleria della Cometa, accanto a
Caterina Castellucci. Nel 1941 sposa Onofrio Martinelli, pittore e letterato, e si stabilisce a Firenze. Amica
di scrittori e intellettuali, come Landolfi, Pannunzio, Flaiano, Berenson, Longhi, Morante, Manzini, Montale ed altri. Si
specializza nella realizzazione di ritratti, oggi in gran parte raccolti presso il
Gabinetto Vieusseux di Firenze.
Bibliografia: G. Nicoletti, I ritratti di Adriana Pincherle, in
Gabinetto G.P. Vieusseux, Mostra dellArchivio Contemporaneo, Firenze 1978; Gli anni
40 di Adriana Pincherle, catalogo della mostra a cura di F. DAmico, San
Casciano in Val di Pesa, 1986;V. Sgarbi, R. Guerricchio, Adriana Pincherle, Firenze 1987;
Gardens and Ghettos, catalogo della mostra a cura di V.B. Mann, contributi di E. Braun,
F.R. Morelli, New York 1989- Ferrara 1990 (con il titolo I Tal Yà). |