ALBERTO ZIVERI
Roma, 1908-1990;
pittoreTra il 1921 e il 1929 frequenta il Liceo
Artistico e la scuola serale di Arti ornamentali del San Giacomo, dove studia con Antonino
Calcagnadoro. Sperimenta anche la scultura che gli serve per comprendere il senso del
volume e della luce. Il mestiere lo apprende nella bottega dell'affrescatore liberty
Giulio Bargellini. Qui si lega d'amicizia con Guglielmo Janni,
pittore di grande e raffinata cultura (è pronipote di Giuseppe Gioachino Belli), che lo
incoraggia sulla strada della pittura. Nel 1928 Janni gli regala
una copia del volume scritto da Roberto Longhi, Piero
della Francesca (1927), la cui arte diventa ben presto l'essenza stessa della sua pittura
tonale. Sempre nel 1928 esordisce con dei disegni alla XCIV Esposizione della Società
Amatori e Cultori di Belle Arti. A quest'epoca il suo stile appare già solido ed
essenziale nell'impianto compositivo (Autoritratto, 1929, Ritratto del fratello con
manichino, 1927, Via Margutta, 1929). Rimane semmai un certo impressionismo dovuto a una
passione per Antonio Mancini e una attenzione al dinamismo spaziale e cromatico di
Ferruccio Ferrazzi. Tra il 1928 e il 1930 soggiorna
ripetutamente nei dintorni di Parma (città d'origine della famiglia paterna), dove studia
Andrea Mantegna, Parmigianino e Correggio, e a Milano per compiere il servizio militare
nel corpo dei Bersaglieri. Nel 1931, frequentando la scuola Libera del Nudo conosce il
giovane scultore marchigiano Pericle Fazzini, che diventa il suo
migliore amico: insieme affittano uno studio. Agli inizi degli anni Trenta fa parte della
nuova generazione artistica che, con Corrado Cagli, Renato Guttuso, Pericle Fazzini, Afro e Mirko Basaldella, gravita intorno
alla Galleria di Dario Sabatello. Il giovane
gallerista punta molto su di lui: gli organizza nel 1933 la prima personale, in cui
riscuote un discreto successo di critica e nel 1935 lo inserisce nella "Exhibition of
Contemporary Italian Painting" che, itinerante negli Stati Uniti, include artisti
come Giorgio de Chirico, Gino Severini,
Giorgio Morandi e Mario Sironi. Da questo momento prende parte a tutte le più importanti
esposizioni in Italia e all'estero. Nel 1933 realizza una pittura murale in un interno
della "Casa di Campagna per un uomo di studio", realizzata da alcuni architetti
romani, tra cui Luigi Moretti, per la V Triennale di Milano. Nell'ottobre 1933 "Quadrante", pubblica quattro suoi disegni .Le sue
opere dei primi anni Trenta mostrano un"'aspirazione al mito", che trasfigura e
sospende la realtà dei soggetti. La sua ricerca si traduce tecnicamente in larghe stesure
cromatiche, che irradiano luce dati interno e si giustappongono in tonalità sul rosa,
verde, viola, rosso e azzurro. La materia risulta così profondamente vibrante e gli spazi
appaiono fluidi e pastosi. Le figure sono stilizzate e allungate in eleganti e sensuali
pose antipsicologiche e atemporali. Nel 1935 alla II Quadriennale d'Arte Nazionale di Roma
espone accanto ai programmatori del "tonalismo": Giuseppe Capogrossi
ed Emanuele Cavalli, mentre la critica lo segnala tra le
rivelazioni dell'esposizione. Il culmine della sua stagione tonale è costituito dalla
personale nel 1936 nella Galleria della Cometa,
fondata a Roma da Anna Laetitia Pecci Blunt, tra i
suoi collezionisti. Nel 1937 e nel 1938 è in Olanda, Francia, Belgio e Svizzera dove
prende visione della pittura di Gustave Courbet, Eugène Delacroix, Rembrandt e Jan
Vermeer ed osserva altre realtà. Nel 1938 alla XXI Biennale di Venezia avviene il suo
esordio realista, che concorre ad aprire una nuova fase stilistica all'interno della
scuola romana. D'ora in poi, come dichiara lo stesso artista nei suoi scritti, il realismo
è la sua "morale". Tormento, violenza e solitudine, traspaiono in immagini
crudelmente quotidiane. Nascono così gli intensi Autoritratti , ritratti di soldati,
mercati della carne, processioni religiose, attese senza tempo nei postriboli, amplessi
vissuti come lotta, risse. La nuova libertà acquisita lo porta a una lievità e ricchezza
di pennello, che con ombre verdi, alla maniera di Rembrandt o nere come quelle di Goya,
scopre lo psicologismo dei volti, la nudità luminosa e sensuale delle carni. Nel 1943
vince il terzo premio per la pittura alla IV Quadriennale di Roma con uno dei suoi
capolavori, Giuditta e Oloferne e inoltre è richiamato alle armi. Nel 1946 alla Galleria di Roma tiene la prima personale con la nuova
produzione, della quale fanno parte opere come Danae, 1943, Autoritratto,
1943, Trombettiere (Bersagliere), 1946, Predica, 1944, Composizione
(Postribolo), 1945, Piazza Navona, 1941. Vi presenta anche un nutrito gruppo
d'incisioni, tecnica che va coltivando dal 1926, ma che dalla scoperta di Rembrandt si è
caricata di tutt'altre potenzialità espressive. Nel 1952 l'editore Luigi De Luca gli
dedica la prima monografia, con un saggio di Leonardo Sinisgalli.
In piena deflagrazione tra "formalisti" e "realisti" si schiera dalla
parte di quest'ultimi. Nel 1956 alla XXVIII Biennale di Venezia, Roberto Longhi lo definisce il maggiore realista italiano
vivente, riconfermando questa consacrazione storica nella presentazione alla personale del
1964, che allestisce a Roma nella Galleria La Nuova Pesa. Le opere quasi tutte realizzate
tra il 1957 e il 1964 presentano una nuova fase realista in cui il conflitto tra
"romantico" e "classico" appare placato e risolto, come dimostra
Mattutino (1960 circa). Nel 1983 D. Durbè, M. Fagiolo e V. Rivosecchi raccolgono in un
volume le sue incisioni. Gli stessi critici nel 1984 alla Galleria Nazionale d'Arte
Moderna curano un'antologica sulla sua pittura, mentre nel 1989 Ziveri vince il Premio
Viareggio-Rèpaci.
Bibliografia: M. Fagiolo, Alberto Ziveri, Torino 1988, con bibliografia
precedente; scuola Romana a Torino 1986-1989, a cura di M. Fagiolo e G. Audoli, Torino
1989; M. Fagiolo, F. Morelli, Ziveri, catalogo della mostra, Firenze 1989; V. Rivosecchi,
Alberto Ziveri. Taccuini di viaggio, Roma 1990; V. Rivosecchi, Piero della Francesca e il
Novecento, catalogo della mostra, a cura di M.M. Lamberti e M. Fagiolo, Venezia 1991, pp.
174 -177; Roma sotto le stelle, catalogo della mostra. Sezione arti visive a cura di N.
Vespignani, M. Fagiolo, V. Rivosecchi, collaborazione I. Montesi, Roma 1994; Catalogo
generale della galleria Comunale d'Arte Moderna,a cura di G. Bonasegale, Roma 1995 . |