1919 FEBBRAIO
Secondo numero di "Valori Plastici"
interamente dedicato alla situazione francese, con le poesie di Cendrars, Salmon, Cocteau
e Breton e le opere dei cubisti Gris, Severini,
Metzinger, Picasso, Braque. Nei numeri successivi il tono rimarrà sempre molto elevato e
internazionale con aperture verso il movimento De Stijl e una serie di scritti tra cui
spiccano quelli di de Chirico sull'estetica
metafisica e il ritorno al mestiere. Alla Casa d'Arte
Bragaglia mostra personale di Giorgio de Chirico,
una tappa fondamentale per la storia della pittura romana. La recensione più vivace e
appassionante rimane quella, stroncatoria ma precisa, di Roberto Longhi dal titolo Il dio ortopedico: "Spinta
dalla sua mano di macchinista crudele, l'umanità orrendamente mutila e inesorabilmente
manichina, attrezzata alla meglio sé medesima come un melanconico cul-de-jatte, appare
fra grandi stridori e cigolamenti sui vasti palcoscenici deserti, guardati a vista dai
pesanti scatoloni dei casamenti pieni di caldo e di buio. Ivi l''homo orthopedicus' sgrana
con voce di carrucola una sua parte impossibile alle statue diseredate della Grecia
antica. Sotto il torbido smeraldo del cielo, che la pretende a mediterraneo, i miti
ellenici decapitati presentano credenziali alle statue di Cavour; le civiltà si
riecheggiano, le ciminiere delle officine si alleano ai masti medievali, mentre Pirelli e
Borso d'Este s'intendono al primo sguardo del loro unico occhio artificiale".
23 MARZO Costituzione dei Fasci italiani di combattimento. La rivista
"Ardita" inizia la pubblicazione a puntate del romanzo di Massimo Bontempelli La vita intensa, che l'anno seguente
sarà seguito da La vita operosa. I due romanzi si devono considerare testi ante
litteram del Realismo magico, che Bontempelli
teorizzerà più tardi dalle pagine della rivista "900".
APRILE Esce il primo numero della rivista "La Ronda", con un comitato di sette redattori:
Riccardo Bacchelli, Antonio Baldini, Bruno Barilli, Vincenzo Cardarelli,
Emilio Cecchi, Lorenzo Montano, Aurelio E. Saffi. La
guerra, terminata da nemmeno sei mesi, appare lontanissima: l'intellettuale si ritrova di
fronte ai suoi problemi individuali e alle sue questioni tecniche, allo scopo di salvare
il gusto dall'inquinamento e di astenersi dai problemi politici: "Lo stile, oltre
al resto è una difesa", si legge. Cardarelli,
nel Prologo, che apre il primo numero, dichiara: "Il nostro classicismo
è metaforico e a doppio fondo. Seguitare a servirci con fiducia di uno stile defunto non
vorrà dire per noi altro che realizzare delle nuove eleganze, perpetuare insomma
insensibilmente, la tradizione della nostra arte. E questo stimeremo essere moderni alla
maniera italiana, senza spatriarci".
Nel Palazzo delle Esposizioni LXXXVIII Mostra degli
Amatori e Cultori. 345 opere che "presentano un aspetto ordinato e tranquillo,
senza grandi rivelazioni" (A.F., in "L'Epoca"). Una retrospettiva è
dedicata a Umberto Moggioli, il pittore trentino morto all'inizio dell'anno. Il suo studio
a Villa Strohl-fern sarà occupato da Francesco Trombadori.
GIUGNO L'esposizione di alcune opere di Spadini in una galleria romana
offre a Roberto Melli l'occasione per una dura
requisitoria (in "Valori Plastici",
giugno-ottobre). "Il suo dipingere, per essere senza disciplina e condotto
all'infuori di un metafisico criterio regolatore è un dipingere a vanvera, nullo nei
riguardi del risultato in sé e delle risultanze complessive. [...] Spadini è uno dei
più eloquenti risultati negativi del nostro tempo, per cui mancando delle direttive e
certezze spirituali e non accettando di rinunziare a se stesso per quelle ricercare,
preferisce il canonicato della materia, la gioia sensuale subito tangibile, il benessere
fisico".
7 GIUGNO Mostra collettiva al Circolo Artistico di via Margutta:
"L'Esposizione - scrive Orio Vergani (in "Il Messaggero della
Domenica", Roma 8 giugno) - è libera a tutti i soci, i quali si sono affrettati
a presentare dal più noto all'ignoto o quasi, le loro opere al giudizio del pubblico,
affollandole sulle pareti, sui tavoli, sui paraventi e persino sulle balaustre".
Tra gli espositori troviamo Benvenuto Ferrazzi,
Ercole Drei, Domenico Colao, Di Maiuta "con i
suoi violenti ritratti" (che piacevano al giovane Mafai)
e poi ancora "ritratti di ufficiali dall'aspetto altero e dispettoso, di
signorine paffute, di vecchie dalle mani e dalle espressioni indicibili, paesaggetti da
cerinai...".
E' di questo periodo la più attiva e coerente pratica teorica di de Chirico. Per "Valori
Plastici" firma un contratto di pubblicazione in esclusiva, ma la sua firma si
trova su altre riviste di questo tempo di ricostruzione. Il n. 7-8 di "Valori
Plastici" (1920) è dedicato alla sua opera; nel 1919 è apparso lo scritto
fondamentale Il ritorno al mestiere, con l'epilogo apodittico: "Per il mio
conto sono tranquillo, e mi fregio di tre parole che voglio siano il suggello d'ogni mia
opera: Pictor classicus sum". In tale scritto programmatico nel quale si
accavalla l'esigenza del mestiere alla perenne volontà nietzschiana: "Come per
le elezioni politiche si invitano i cittadini alle urne, noi che in pittura fummo i primi
a dare il buon esempio, invitiamo i pittori redenti o redentori alle statue. Sissignori,
alle statue ; alle statue per imparare la nobiltà e la religione del disegno, alle
statue per disumanizzarvi un po', chè malgrado le vostre puerili diavolerie, eravate
ancora umani troppo umani. Se non avete il tempo e i mezzi per andare a copiare nei musei
di scultura, se nelle accademie non è stato ancora adottato il sistema di chiudere per
almeno cinque anni il futuro pittore un una sala ove non ci siano che marmi e gessi, se
non è ancora sorta l'alba delle leggi e dei canoni, abbiate pazienza, e intanto, per non
perder tempo, comperatevi un qualunque calco di gesso; non è necessario che sia la
riproduzione di un capolavoro antico; comperatevi dunque il vostro gesso, poi, nel
silenzio della camera copiatelo dieci, venti, cento volte; copiatelo finché non siate
giunti a fare un lavoro soddisfacente, a disegnare una volta una mano, un piede in modo
tale che, se per miracolo diventassero vivi, potessero trovarsi con le ossa, i muscoli, i
nervi e i tendini a posto". |