1923 Quest'anno
la Casa d'Arte Bragaglia presenta tra le altre
esposizioni quella di Campigli Paladini, Pannaggi, Sant'Elia, xilografi tedeschi, una
collettiva di artisti moderni e una collettiva di paesaggi.
Si pubblica il volume di Giorgio Vigolo la Città dell'Anima.
FEBBRAIO "Durante il mese di
febbraio è morto in Roma, dopo una lunga e penosa agonia, il Carnevale. A questo
Carnevale romano che deve essere stato tra i più belli del mondo, se si può prestar fede
alle cronache e a certi vecchi quadri di costumi e di feste cittadine, non restava più
che un filo di fiato: s'è spento anche quello, e buona notte ai suonatori! Malgrado ciò
il Prefetto e il Sindaco di Roma hanno fatto lo stesso affiggere sulle cantonate certe
'gride' in cui si vietava severamente l'uso della maschera, il gettito dei coriandoli e
tante altre belle cose che pare fossero di moda nei tempi passati". (A.
Frateili, Almanacco di Roma, Spoleto 1924).
APRILE XCI Esposizione della Società
Amatori e Cultori: Antonio Donghi espone Il
Pappagallo e Natura morta.
MAGGIO Si inaugura la mostra dei prodotti
agricoli, industriali e artistici del Lazio. Si tiene il Congresso Pro Suffragio
Femminile.
A Torino si inaugura la Quadriennale, ad opera della Società Promotrice delle Belle
Arti. Tra i suoi oblatori troviamo l'avvocato Gualino e il senatore Giovanni Agnelli. Lo
scopo della manifestazione alla sua quarta edizione, è quello di "sospingere il
nostro Paese a riprendere nel movimento dell'arte il posto degno delle sue
tradizioni". La commissione ha così ritenuto indispensabile limitare gli inviti
personali per sostituirli con inviti alle opere. Gli artisti romani sono naturalmente
presenti: Bartoli, Socrate,
Guidi e D'Antino. Poi c'è il gruppo di "Valori Plastici". De Chirico, che espone opere ispirate al "ritorno
all'ordine" in catalogo compare sotto il recapito di "Valori Plastici",
Carlo Carrà espone l'Amante dell'Ingegnere e il figlio del costruttore.
Un'importante mostra internazionale che ha alcuni precedenti, come per esempio
l'esposizione di San Francisco nel 1915) riepiloga la situazione. E' a Buenos Aires e si
intitola Esposizione Italiana di Belle Arti. Degli artisti romani sono presenti Spadini, Biagini,
D'Antino, Dazzi, Drei e Selva.
1 OTTOBRE Dall'"Index" di Bragaglia: "Agli Amatori e Cultori non
accettano i pittori neoclassici. Son essi, dunque, decisamente artisti di avanguardia, se
quei parrucconi degli Amatori e Cultori ne hanno paura!".
2 OTTOBRE Si riapre, rinnovata, la
"terza saletta" dell'Aragno.
4 NOVEMBRE Nel cielo di Roma, parata
aerea con trecento aeroplani e quattro dirigibili.
15 NOVEMBRE A Palazzo delle Esposizioni si inaugura la Seconda
Biennale Romana, che questa volta viene indicata come Mostra internazionale di
belle arti. Continua qualche retrospettiva storica (Mancini, Sartorio, Innocenti), ma
ci sono sale e gruppi di opere dedicate agli artisti attuali: de Chirico ha diciotto quadri; espongono Severini e Ferrazzi
con ventisei opere. Nel padiglione russo si notano la Gontcharova, Zadkine Larionov; nel
padiglione belga, Permeke; nel padiglione francese Laurens e Léger, Bernard e Picasso (la
sua riproduzione appare nel catalogo accanto a Trombadori), una retrospettiva di Degas
(settanta opere) e Matisse; nel padiglione tedesco c'è uno schieramento Ottocento
(Slevogt, Liebermann, Klinger, Leibl) ma anche i moderni (Marc, Macke, Pechstein), nel
padiglione svizzero c'è Hodler. Nelle sale 5 e 6, attorno alle diciotto opere di de Chirico, espongono una serie di pittori (selezionati
da Oppo) che la critica raccoglie sotto l'etichetta di
"neoclassici". Tra i dipinti di maggior interesse notiamo i nudi di Antonio Donghi e Nino
Bertoletti, il Ritratto di signorina di Francesco
Trombadori, la fanciulla dormiente di Oppo un
Paesaggio di Virgilio Guidi. Carlo Socrate presenta tre quadri importanti: la Venere
dormiente, le Bagnanti e il Martirio di S. Maurizio. Da notare che nelle stesse
sale trovano posto le diciotto opere di de Chirico e
cinque opere di Severini (tra cui spicca la celebre Maternità).
La coscienza di un nuovo orientamento si avverte anche nelle parole di Francesco Trombadori che scrive sono lo pseudonimo
"Franco d'Ortigia": "Il pittore C. E. Oppo
il battagliero e valoroso critico dell'Idea Nazionale" ha ordinato in una
aristocratica sala le opere di alcuni giovani che evidentemente non hanno piacere di stare
nelle falangi della "solita" pittura italiana. Essi credono di differenziarsene
modo per molte ragioni che spiegheremo, come abbiamo promesso, in altri articoli. Vi
espongono: Giorgio de Chirico, il nobile e colto
artista, con un gruppo di opere veramente elette; C. E .Oppo
con una tela dipinta con molto amore e sapienza; Carlo Socrate,
il discusso e valoroso pittore che in breve volger di tempo ha saputo conquistarsi un
posto invidiato nella giovane pittura italiana, con tre quadri di grandi dimensioni e di
cui riparleremo; Bepi Fabiano con tre dei suoi delicati pastelli; la signora Cecchi
Pieraccini, con due buoni ritratti; Francesco Trombadori
con un ritratto di giovinetta; Virgilio Guidi con un
paesaggio; Nino Bertoletti con un 'nudo' nobilmente
e sapientemente eseguito; Vittoria Morelli anche con un 'nudo'; De Grada con dei 'paesi'
di cui uno squisito; Deiva De Angelis con tre
'impressioni': e poi Bacchelli, Salietti, Pratelli, Donghi
e Levy e Severini già futurista e adesso picassiano
e neoclassico" ("Il Mattino", 15 novembre).
Roberto Longhi si stabilisce di nuovo a Roma dopo
una serie di viaggi in Europa.
1 DICEMBRE Dall'"lndex" di Bragaglia: "Insomma cari miei - (esclama Bragaglia ai pittori neoclassici che, ahimè, sono i
suoi pittori...) - insomma voi mettete gli amici in un bell'imbarazzo. Potevate dircelo
prima perdincibacco!". "Le Veneri alla Biennale. Oppo: la fa lunga. Bertoletti: l'ha fatta sporca. V.
Morelli: l'ha fatta grossa. Socrate: l'ha fatta (ma
chi l'ha intesa?). Fabiano: la faccia finita. Ciascuno: la faccia tosta". |