1931 GENNAIO
A Palazzo delle Esposizioni si inaugura la I
Quadriennale d'Arte Nazionale. La mostra appare di una correttezza esemplare. Le sale
personali (sulle trenta opere) sono dedicate a Tosi, Carena, Wildt, Mancini, Soffici,
Carrà, Bartoli, Ferrazzi, Sartorio, Socrate, Casorati, Romanelli, Guidi, Sironi. Due belle
retrospettive sono riservate a Spadini e Medardo Rosso. Gruppi di opere notevoli, quelli
di Morandi (che, essendo in giuria, preferisce non strafare), Arturo Martini (una "galleria delle nicchie"
progettata da Aschieri per i suoi sette capolavori) i futuristi (esposti quasi al
completo, ma senza clamore). Tra le prime apparizioni, Cavalli
e Guttuso, Mafai, Scipione, Marino, Licini e Magnelli... E poi "les
italiens de Paris" con gruppi di opere: Severini
e De Pisis, Tosi e Paresce, Campigli. Il discorso "premi" non è da trascurare.
Il primo (100.000 lire) va a Tosi e Martini, i secondi (50.000 lire) a Dazzi e Carrà, i
terzi (25.000 lire) a Carena, Casorati, Ferrazzi,
Soffici. Premi minori per De Pisis, Morandi, Prampolini.
7 GENNAIO In un articolo di Emilio Zanzi ("Gazzetta del
Popolo") la Galleria d'Arte di Roma appare come la più aperta al dialogo e alle
nuove proposte: "Va detto che la Galleria di
Roma non ha nulla a che vedere con le "Botteghe Sindacali": queste hanno lo
scopo di accogliere in mostra la produzione di tutti indistintamente gli artisti iscritti
al Sindacato, lasciando diremo così al pubblico l'iniziativa di scegliere, l'altro ente
invece, offre al pubblico la possibilità di mettersi a contatto con le manifestazioni
artistiche più discusse e per ciò più vive dell'arte moderna, senza distinzione di
paesi e di tendenze. Roma non ha un movimento di arte moderna: non vi sono gallerie di
vendita dedicate alla selezione degli artisti: nello stesso ambiente dove oggi si osserva
la mostra di un artista nel senso vero della parola, il giorno dopo si può vedere la
rassegna pietosa di un artista mancatissimo 1) La Galleria d'arte di Roma ha vivi rapporti
con l'estero, dove ormai è già conosciuta, ed apprezzata tanto che artisti come
Kokoschka, Dix e molti altri hanno accettato di esporre, ben felici di presentarsi in
Italia in quella sede. La Galleria segue anche attentamente il mercato straniero, ed ecco
che è riuscita a concludere un accordo con un mercante inglese fra i più noti del mondo,
in base al quale sono messi in vendita sul mercato londinese dipinti dei più forti
pittori italiani e ciò senza spese da parte degli artisti e nemmeno della Galleria
".
10 GENNAIO Una commissione formata da Ungaretti, . Angioletti, Cardarelli,Gargiulo , Oppo,
Malaparte, conferisce il Premio "Umberto Fracchia" a Bruno Barilli, per il Paese del Melodramma.
16 GENNAIO Riapre al pubblico la Galleria Spada, acquistata nel 1926
dal Governo insieme con il palazzo omonimo, destinato a sede del Consiglio di Stato.
FEBBRAIO Al cinema Moderno viene proiettato L'angelo Azzurro de
Josef von Sternberg.
28 MARZO Con Gente in Aspromonte Corrado Alvaro vince il premio
letterario "La Stampa".
GIUGNO Diretta da Mazzacurati e
stampata presso la tipografia della Camera dei Deputati, esce "Fronte" che reca nel sottotitolo "rivista
bimestrale d'arte e letteratura". E' il primo numero di una rivista dalla veste
grafica molto lussuosa, alla quale Scipione lavora
acconto a Mazzacurati . Così è annunciata
l'uscita, da parte di Enrico Falqui, su "L'Italia Letteraria" (28 giugno): "La
dichiarata bellicosità del titolo corrisponde ad un'oculata e niente affatto pacchiana
intransigenza nella cernita dei collaboratori [...] Poesia prosa, pittura, scultura,
critica vi son rappresentate con conveniente e notevole abbondanza, non disgiunte da un
certo evidente rigore, peraltro non gretto né camorristico. Tra tavole fuori testo e
disegni se ne contano 19. La carta i francesi chissà come la chiamerebbero con quali nomi
esotici . Quanto costa ogni fascicolo? Funari, il buon libraio ed esperto della
Modernissima dice che per 7 lire è regalato. Avrà ragione, ma intanto la rivista si
vende come il pane, né certe imprese si tentano per speculazione".Il numero è
aperto da uno scritto di Carlo Carrà: Revisioni, quasi un editoriale (sono
riprodotti due suoi quadri: Il veliero, Ponte Caricatore di Forte dei Marmi).
Altro testo teorico è quello sulla scultura di Ernesto de' Fiori (sono riprodotte due
sculture: Marlene Dietrich e Adamo). Angioletti, direttore de "L'ltalia Letteraria", analizza la prosa italiana
d'oggi; Enrico Falqui, in Punti di vista, si
diffonde sul costume letterario, Sergio Solmi nei suoi Pensieri sull'arte esordisce
con una frase che entusiasmò Scipione: "In
genere, la pittura moderna mi sembra mancare di sufficiente sensualità".
Giuseppe Ungaretti pubblica Cinque Canti, poi
raccolti in Sentimento del tempo. Per la critica letteraria c'è un testo di
Giuseppe Raimondi su Baudelaire, un testo di Moravia
sul romanzo inglese, Guido Piovene scrive di Alvaro, Giansiro Ferrata di Cardarelli. I
racconti sono di Arturo Loria e Alfredo Mezio. Un posto a parte occupa la pubblicazione
del racconto La voce del drago di Alberto Savinio.
La particolarità della rivista è il ricco materiale illustrativo stampato su carta
patinata Scipione è presente con Apocalisse e Piazza
Navona e col disegno La disputa. Di Mafai
sono pubblicati due disegni e due quadri Autoritratto, Composizione). Mazzacurati è presente con un nudo e un Paesaggio
di tono "chiarista" . Molto importanti le presenze di Giorgio Morandi (un
paesaggio e una natura morta) e di Arturo Martini (Tomba
di Ippolito Nievo, Ritratto del dottor Schwarz). Sono anche riprodotte due sculture di
Quirino Ruggeri. La divisione dei compiti, per il
reperimento dei testi e illustrazioni da pubblicare, sembra chiara. Mazzacurati e Scipione
pensavano all'arte, mentre per la parte letteraria sono affiancati da Falqui e Ungaretti
(redattore è Diemoz).
ESTATE Capogrossi, dopo un
soggiorno a Parigi, ritorna a Roma dove stringe un sodalizio con l'amico Cavalli, che proseguirà intenso per oltre dieci anni.
Affittano insieme, in via Pompeo Magno 10/bis, due stanze adiacenti con un terrazzo in
comune, che diventeranno i loro studi.
1 OTTOBRE Si inaugura la I Mostra Internazionale d'Arte Coloniale.
Poche le presenze di rilievo, tra queste si nota la partecipazione in gruppo dei
Futuristi, presentati in catalogo da Marinetti: "Con una metallica sicurezza di
vittoria il futurismo pittorico italiano affronta oggi le difficoltà di una plastica
africana futurista. Recentemente, Enrico Prampolini, meravigliò Parigi coi sei immensi
pannelli di dinamismo africano-meccanico che decorano il Padiglione futurista
dell'Esposizione Coloniale francese. L'abitudine della sintesi, della trasfigurazione,
della simultaneità e dello stato d'animo dà un'assoluta superiorità ai pittori
futuristi nello sforzo di catturare queste mobili e spesso inafferrabili atmosfere.
L'assenza di costruzione plastica che caratterizza gran parte dell'Africa ne rende i
paesaggi poco favorevoli al pennello realistico e meticoloso dei pittori tradizionali.
Sono sempre paesaggi atmosferici quasi aviatorii, dove l'ingegno dei futuristi già
allenati a costruire con piani di raggi, nuvole, nebbie, spessori, ombre, trasparenze,
profondità, può planare, scivolare d'ala, impennarsi, capriolare senza suicidarsi".
2 OTTOBRE Volo suicida di Lauro de Bosis su Roma.
28 OTTOBRE Dopo tre anni di chiusura riapre al pubblico la Galleria
Mussolini in Palazzo Caffarelli. Il catalogo pubblicato per l'occasione è curato da
Antonio Muñoz. Un nucleo importante di opere (sessanta) proviene dagli acquisti fatti in
occasione della Prima Quadriennale, con una spesa di trecentomila lire sostenuta dal
Governatorato di Roma. L'intento della Galleria è quello di offrire un panorama della
produzione italiana e in particolare romana, dai primi dell'Ottocento in poi, mettendone
in luce i caratteri nazionali: "Chi visiti nella Galleria Mussolini le sale del
secondo piano, scrive, Muñoz destinate, come si è detto, quasi esclusivamente all'arte
più recente, si renderà conto subito del Carattere profondamente italiano che ne forma
il substrato; perché in quelle cento tele si possono cogliere i riflessi di Renoir e di
Cézanne, di Dufy e di Utrillo, di Ségonzac e di Laprade, ma ci sono più radicati ed
intrinseci i principii di Giotto e di Masaccio, di Masolino e di Mantegna, e assai diffusi
quelli di Caravaggio, la cui figura, dopo che è stata messa nel suo altissimo rilievo dal
Longhi, torna a grandeggiare sul cielo dell'arte
nostra" . Le opere della Galleria Mussolini formano oggi il nucleo principale
della Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea..
È datato ottobre il secondo numero di "Fronte".
Angioletti pubblica Mattina, Sergio Solmi il fuoco e gli specchi, Guido
Piovene Giacomo il buono. Da notare, la presenza di Valery Larbaud con l'importante
testo I colori di Roma e quella di Cardarelli con alcune poesie. Frammenti dall'Anabasi
di St.-J. Perse sono stati sicuramente passati alla rivista da Ungaretti che li stava allora traducendo. Uno scritto
di Giacomo Debenedetti affronta la personalità di Bruno Barilli
. Le tavole fuori testo riproducono due dipinti di Mazzacurati,
due sculture di Marino Marini, un paesaggio di Angelo del Bon, due quadri di Amerigo Bartoli.
12 DICEMBRE Giunge in visita a Roma il Mahatma Gandhi. |