Autore: Giuseppe Capogrossi
Titolo: Illusionista di campagna, 1938
Dimensioni: cm. 113x97
Tecnica: olio su tela
Collezione: Roma, Collezione AssitaliaL'illusionista
di campagna di Giuseppe Capogrossi, preannuncia
già nel titolo le intenzioni ''magiche'' dell'autore. Esposto nel 1939 alla III
Quadriennale, è una delle invenzioni più straordinarie del periodo. Il soggetto si
comprende accostando il quadro a un'altra tela dello stesso ciclo (nota solo attraverso
riproduzioni) in cui si vedono due giovani che tengono sospesi due teli che funzionano da
quinte per una rappresentazione all'aperto (nel caso di quel quadro L'ebbrezza di Noè).
La grande tela rossa forma una sorta di quadro nel quadro; in virtù della maggiore
varietà cromatica il paesaggio di sfondo sembra balzare in primo piano per incorniciare
la superficie liscia sulla quale si scandiscono le note raffinate degli oggetti di scena.
La tela sospesa nel nulla, la scala, l'assenza dell'illusionista invitano anche a una
lettura simbolica, giocata sull'analogia con l'operazione pittorica, ed è interessante
vedere in quali termini, cinque anni prima, Roberto Melli aveva parlato della pittura
dell'amico senza un diretto riferimento a questo quadro: "La cosa creata è come
sospesa nell'aria, le forme vi son suscitate come all'improvviso in atteggiamenti
muto-parlanti e appoggiano su i piani lievemente con una intenzione tra di idoli e di
fantasmi. Tutto vi è quieto, al suo magico posto, come avvolto da un fato e pare, che il
minimo squilibrio debba provocare il dramma, aprire il precipizio, scatenare la tempesta.
Fra la cosa creata e lo spettatore v'è un diaframma: l'attesa" ("Quadrivio", 12 ottobre 1933). |