Autore: Antonio Donghi
Titolo: Carnevale, 1923
Dimensioni: cm. 151x151
Tecnica: olio su tela
Collezione: Collezione privataNei primi anni Venti, Donghi forma il
suo mondo pittorico di pari passo con alcune
scelte etiche di fondamentale importanza. Ne
troviamo una traccia in una delle prime
recensioni, apparsa a margine della sua personale
da Bragaglia nel 1924. L'autore è Renato Mucci,
un fine intellettuale, poeta e traduttore di
Mallarmé: "Se,dato quanto i futuristi
divenuti fascisti e i fascisti fatti futuristi
vanno assicurando, sono caratteristiche dell'era
nuova l'aristocraticismo e il dinamismo, nessuno
è più del pittore Donghi 'anacronistico e fuori
tempo' come ebbe una volta a scrivere Vincenzo
Cardarelli a proposito di Leopardi. Non dico la
mia sulla questione politica perché son padre di
famiglia, mi preme la ghirba e non voglio quindi,
coi tempi che corrono, compromettermi: ma in sede
estetica m'azzardo a dichiarare che di fronte
all'aristocrazia e al dinamismo di un artista
futurista preferisco cento volte il
democraticissimo e immobilissimo Donghi, il quale
ora espone da Bragaglia le sue tele francamente
statiche e popolaresche". La mostra di
Donghi da Bragaglia si tiene in dicembre, sei
mesi prima, il 10 giugno C'era stato il rapimento
e l'omicidio di Matteotti, e definire un artista,
come fa Mucci "democraticissimo e
immobilissimo" significava darne una precisa
connotazione. Il mondo di Donghi non è il mondo
stabilizzato, standardizzato, piccolo borghese,
che si affermerà dopo la sfuriata della
"rivoluzione" fascista, è un mondo in
cui l'ordine, la pulizia, la serietà del proprio
ruolo sono conquiste personali individuali,
anarchiche, eterne, fuori del tempo.
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