Autore: Giovanni Stradone
Titolo: Colosseo, 1945
Dimensioni: cm. 35x45
Tecnica: olio su tavola
Collezione: Roma, collezione privataNel retro della piccola tavola su cui è
dipinto il Colosseo di Giovanni
Stradone (oltre a un'etichetta della Biennale di
Venezia del 1948) si trova una scritta
"Colosseo 1945 / del gennaio / preannuncia
la bomba atomica." Così l'artista
sintetizza il significato di questa pittura dalla
materia graffiata e modellata dalla spatola e dal
manico del pennello, costretta a profilarsi negli
archi e lungo la sagoma del Colosseo.
"Allucinanti ci appaiono le immagini dello
Stradone - dirà un giorno Giorgio de Chirico -
quasi che emanino un fluido sconcertante. Ma
nello stesso tempo cominciamo a renderci conto
come la semplificazione, a volte estrema, di
alcune inquadrature sia il risultato di una
complessa analisi della realtà obbiettiva, colta
tuttavia nei suoi elementi essenziali." Lo
stesso Stradone riconosceva forti legami con
l'arte degli anni Venti e Trenta, definendo la
propria pittura "tonale e metafisica".
Ancora poco noto è il suo lavoro degli anni
Trenta: pochi conoscono certi suoi Cortili del
quartiere Salario, con le aiuole di vegetazione
stentata, oppure le Lotte di insetti: un
carabo e un cicro, ingranditi cento volte, mentre
divorano una lumaca (è un quadro del 1944).
Stradone, appassionato di entomologia e dedito
all'allevamento sperimentale di alcune specie di
coleotteri, trascorreva molto tempo
nell'osservazione delle abitudini degli insetti.
Nei suoi scritti parla della "tranquilla
sistematicità" con cui gli insetti si
distruggono tra loro, contrapposta alla ferocia
umana, e degli "splendori paradisiaci"
degli scarabei e dei lepidotteri. È forse questa
la chiave migliore per leggere il Colosseo, come
una grande conchiglia incrostata o come un
frammento di materia divorata da invisibili
esseri.
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