Autore: Ferruccio Ferrazzi,
Titolo: Autoritratto come Lazzaro, 1922
Dimensioni:
41,5 x 41,5 cm
Tecnica:
olio su tavola con tagli prospettici
Collezione:
Collezione privata

Tra i più intensi autoritratti espressi dalla scuola romana vi sono quelli di Ferruccio Ferrazzi. Ognuno di essi è una dichiarazione programmatica: l'artista si raffigura tenendo in mano i segni del martirio o della resurrezione; in quello "nelle vesti di Lazzaro" mostra il prisma, strumento della sua visione pittorica. L'aria antica delle tavole, deformate e tagliate, a cui affida la sua immagine è attentamente studiata: "Logica conseguenza al mio modo del dipingere ad olio di preferenza su tavola, con una tecnica 'pietrosa' come allora si definiva la mia pittura, è l'aspirazione a raggiungere i risultati di una visione e di una tecnica dell'affresco, del mosaico romano, ma soprattutto dell'encausto. [...] Mi rivolsi, attorno al trenta, alla ricerca di una materia levigata e smaglíante all'opposto dell'aspetto 'calcinoso' degli affreschi ottocenteschi. Sul dipinto ancora umido dell'intonaco, distendevo il velo di una cera disciolta e liquida da penetrare con la fiamma, e dopo averla lucidata, con ferri, ottenevo la materia 'simile a pietra', fissando il valore dei toni del colore bagnato. Era questo un lontano spunto da un antico mestiere ormai decaduto, all'uso dei cosiddetti 'marmorini'. Ma i frequenti colloqui con la pittura di Pompei e del Museo di Napoli ed in quello di Roma alle Terme dal quale il direttore Prof. Aurigemma volle affidarmi dei grandi frammenti di nature morte con pesci, che rigenerai da guasti di ossidazione subiti nell'interramento mi portarono alla convinzione di diverso procedimento dell'affresco, cioè a una pittura che partendo da quella tecnica, si svolgesse con altro sistema anche su pitture mobili, in supporti di terracotta o di lavagna e sulle tavole. A riprova della lunga elaborazione dei maestri greco-campani e romani, scoprii la variazione su di una figura nella mirabile opera della Villa dei Misteri, con tracce visibili sul rosso del fondo levigato di una sostanza densa e come 'lievitata', che vi era scorsa leggera, o simile a gocce rapprese colate dal pennello, oppure agile e liquida."