PIER MARIA BARDI
La Spezia 1900;
gallerista, giornalista e critico d'arteDopo aver
ripetuto per tre volte la terza elementare, è costretto per legge ad abbandonare gli
studi. Entra come fattorino nello studio dellavvocato Alessandro Pellizza, formando
nella biblioteca dello studio la sua cultura. Già prima dei ventanni lo troviamo
coinvolto in operazioni culturali. Il suo primo articolo firmato appare nel 1917 su
"Il Popolo dItalia" . Nel 1918 è già attivo come pubblicista, ma questa
attività è interrotta dalla chiamata alle armi. Congedato nel 1919 riprende la sua
collaborazione a lIndipendente". Dopo il 1920 è attivo come mercante di arte e
antiquariato. Nel 1926 apre una galleria a Milano, in via Brera, e poi una seconda, che
porta il suo nome e si esprime attraverso una rivista dal titolo "Belvedere"
Dal 1929 è a Roma, lavora come corrispondente de "LAmbrosiamo" . Nel 1930
diviene direttore della Galleria di Roma, a Palazzo
Coppedè in via Veneto 7, posta "sotto gli auspici del Sindacato" e inaugurata
dal duce in persona. Subito, abilmente, rende omaggio all'establishment romano con una
retrospettiva di Spadini, ma nel giro di pochi anni,
in una serie di mostre di eccezionale interesse, è capace di proporre il passaggio dal
momento dell'espressionismo (Mafai e Scipione) al momento del tonalismo (Cagli, Capogrossi, Cavalli, Pirandello),
con puntate al di fuori dell'area romana (Menzio, Levi,
Paulucci, che avevano già esposto da lui a Milano) e il gruppo dei milanesi. Il successo
delle mostre è sempre notevole, anche se Bardi è per la scuola romana un compagno di
strada colto quanto irrequieto: è un grande estimatore di Ferrazzi, ma ama anche de Pisis e Kokoschka, mentre in
scultura predilige l'opera di Ernesto De Fiori. Continua la sua attività alla Galleria di Roma fino alle soglie del 1933, poi
preferisce interrompere perché più interessato alle vicende dell'architettura e alla
battaglia per il razionalismo, di cui è un appassionato sostenitore. Ricordiamo la mostra
alla Galleria di Roma degli architetti razionalisti
italiani , il rapporto con Le Corbusier e la battaglia polemica sull'architettura condotta
sulle colonne dell"Ambrosiano" e di "Quadrante"
che fonda nel 1933 con Massimo Bontempelli. Questultima
rivista svolge un ruolo determinante a fianco del razionalismo architettonico e anche di
quegli artisti (in primis Corrado Cagli) che puntavano
a uno stretto legame tra architettura, pittura e società. Negli anni Trenta Bardi
pubblica libri su Parigi, la Russia dei Soviet, I'automobile; in veste di critico è
fondamentale il suo ruolo di tramite tra Roma, Milano e lambiente europeo. Nonostane
la sua profonda fiduci nel fascismo, Bardi subisce nella sua battaglia per il rinnovamento
della cultura italiana molte amare sconfitte ed è anche , per lunghi periodi, controllato
dalla polizia fascista.
Nel 1944 inaugura a Roma la "Galleria dArte Palma", notevole sia per le
scelte espositive (dipinti antichi, ma anche Morandi) sia per i servizi che offre, dal
restauro alla radiografia.
Nel 1947 si trasferisce in Brasile, dove diverrà direttore del Museo di San Paolo.
Bibliografia: R. Mariani, Razionalismo e architettura moderna, Milano
1989 |