EMANUELE
FIANO
Collezionista.
Di professione avvocato, è
ricordato da Antonio Donghi in una intervista a
"Il Mondo", raccolta da Alfredo Mezio
(1962), come uno dei rarissimi collezionisti
romani degli anni Venti-Trenta. Nel 1911 Felice Carena
gli presenta una
promessa dell'arte, Armando
Spadini. Da allora in
poi l'avvocato sarà uno dei suoi più fedeli
collezionisti, arrivando a possedere decine di
tele. La sua collezione viene dispersa in una
memorabile vendita presso la Galleria Pesaro
(1933). In quel momento la sua collezione
constava di 250 dipinti, per lo più opere
dellOttocento italiano (da Boldini, a
Fattori, a Mancini, Michetti, Lega, Favretto). Un
posto particolare è riservato agli autoritratti.
Tra gli artisti contemporanei figurano Giacomo
Balla (Autoritratto),
Giorgio de Chirico (Autoritratto),
Felice Carena, (Autoritratto),
Libero Andreotti, Ardengo Soffici, Ferruccio Ferrazzi (Festa notturna). Il suo interesse per
i giovani artisti è testimoniato dal "libro
delle firme" della mostra di Capogrossi e Cavalli
allHotel Dinesen
(1927, molto probabilmente su consiglio di Felice
Carena,). Da
un documento che abbiamo rinvenuto presso
lArchivio Centrale di Stato, si apprende
che nel 1926, in occasione dellEsposizione
dArte Italiana Moderna di Boston, il
collezionista metteva in vendita alcune opere di Spadini.
Bibliografia: E. Cecchi, La raccolta Fiano,in
"Dedalo", Milano, aprile 1927; E.
Somarè, La raccolta Fiano, Milano 1933
|