GIUSEPPE
UNGARETTI
Alessandria
d'Egitto 1888 - Milano 1970;
poetaDopo la
guerra è a Parigi, corrispondente del
"Popolo dItalia" e di
"Ardita". Collabora alla fondazione
della rivista razionalista "LEsprit
Nouveau", diretta da Le Corbusier e
Ozenfant. Negli anni compresi tra il 1921 e il
1936 risiede prevalentemente a Roma. Nel 1925
firma il Manifesto degli intellettuali
fascisti. Il suo rapporto con gli
intellettuali e gli artisti romani è, per molte
ragioni, importante. In primo luogo va
sottolineata lampiezza dei suoi orizzonti
culturali: è soprattutto grazie a Ungaretti che
si leggono a Roma poeti come Góngora, Blake,
Lautréamont, Mallarmé.
Inizialmente Ungaretti si avvicina
allambiente de "La Ronda", dove pubblica nel 1921 Paesaggio
e nel 1922 alcune note di poetica . Come
nota Giuliano Manacorda (1980) la sua volontà di
rinnovamento "non ha in realtà nulla della
iconoclastia, ma tende piuttosto alla pulizia di
tutte le scorie che si erano accumulate sui ritmi
pur gloriosi della tradizione italiana".
Più tardi si avvicina al gruppo di artisti e
letterati che frequentano lo studio di Via
Cavour. Leonardo Sinisgalli rammenterà (1944): "Tra il '29 e
il '30 Ungaretti portava in giro il secondo
volume degli scritti profetici di Blake, quei Canti
dell'innocenza e dell'esperienza. Furono
anni ricchi: Ungaretti scriveva gli Inni,
ritrovava i suoi più forti accenti.".
Queste passioni letterarie, insieme a una analoga
visione delle valenze poetiche di Roma, lo
portano molto vicino a Scipione, che, non è un caso, gli dedica ben
due ritratti e nel 1931 lo coinvolge
nell'avventura editoriale di "Fronte". Nel primo numero pubblica cinque
Canti, poi raccolti nel Sentimento
del tempo. Nel secondo e ultimo numero
compaiono invece frammenti dell'Anabasi di
Saint-John Perse, da lui tradotti.
Con lo stesso spirito Ungaretti si avvicina agli
inizi degli anni Trenta al giovanissimo Fazzini, sostenendolo nelle prime esperienze
internazionali: è il poeta a presentare lo
scultore alla Principessa Marguerite Caetani, che lo fa partecipare a una importante
collettiva a Parigi (1934).
Sarà Fazzini nel 1936 a fissare nel legno
lintensità espressiva del volto di
Ungaretti.
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